CONFERENZA STAMPA - Verratti: "Stiamo pensando solo alla Bulgaria. Pirlo? Se un giorno dovrò prendere il suo posto farò del mio meglio"

25.03.2015 15:00 di Alessandro Paoli Twitter:    vedi letture
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Marco Verratti, centrocampista classe '92 del Paris Saint-Germain FC, ha preso parte alla conferenza stampa odierna presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano (FI). Di seguito le sue dichiarazioni riportate daTuttoMercatoWeb.com.

Sul fatto che questa partita possa rappresentare un esame di maturità: "Non mi dà fastidio. È una partita molto importante per me e per la squadra. Cercherò di dare il massimo".

Sull'eventualità di potere prendere per mano la Nazionale: "È un parolone. Se non sei Messi o Maradona la Nazionale non può essere di una persona sola. Cercherò di dare il mio meglio se me ne verrà data l'occasione".

Sul fatto di detenere le chiavi del centrocampo azzurro: "Si deve parlare di squadra. So cosa vuole il mister da me e cercherò di fare al meglio i compiti che mi vuole affidare. Pirlo è difficilmente sostituibile, ma sto capendo cosa Conte vuole da me e cercherò di mettere in pratica le sue richieste".

Sull'importanza della Nazionale e del sostituire Andrea Pirlo (Juventus FC) : "Esserci dà tanta fiducia. Se un giorno dovrò prendere il suo posto proverò a fare il meglio".

Sulle avversarie: "Stiamo pensando solo alla Bulgaria perché è importante per le qualificazioni. Giocare lì non è mai facile. Dovremo avere la consapevolezza di essere una grande squadra. Vogliamo conquistare un risultato importante".

Sulla sua mancanza di presenze in Serie A: "Se mi pesasse significa che non mi troverei bene a Parigi. Ogni italiano vorrebbe giocare in Serie A, ma io sto facendo grandi esperienze e per il momento non mi manca perché sto molto bene a Parigi".

Sulle richieste di Conte: "Ogni allenatore ha una filosofia di gioco diverso. Conte chiede di creare superiorità numerica con l'intensità. Mi sta facendo capire tante cose ed ogni giorno lo capisco meglio. Dal punto di vista tattico è il migliore allenatore che abbia mai avuto".

Sul suo ruolo: "A centrocampo ho ricoperto tante posizioni. Mi trovo bene in tutte le posizioni. Deve esserci sempre la disponibilità a capire cosa vuole il mister da noi. Stessa cosa vale per la Nazionale. Penso che giocare davanti alla difesa sia un ruolo che posso ricoprire".

Sul suo possibile ritorno in Italia: "Quando grandi squadre ti cercano è sempre un orgoglio. Significa fare bene ed essere sulla strada giusta. Un grande futuro viene da un grande presente, quindi devo pensare a fare bene partita dopo partita. Il presente per me è Parigi e sono contento della fiducia che mi viene concessa. Al futuro non ci penso. Non bastano due o tre anni per definirsi un grande calciatore. Sono all'inizio, ma sono contento di quello che ho fatto fino ad ora".

Su parole di Zlatan Ibrahimović (Paris Saint-Germain FC) nei suoi confronti: "Giocare con grandi giocatori ti migliora in tutto. Sul piano mentale cerchi di avere sempre maggiore fiducia in te e nella tua squadra. Anche i compagni mi hanno aiutato tantissimo. Ogni partita c'è qualcosa in più che mi fa crescere. Giocando a Parigi si cresce più in fretta. Ci sono tante cose che non devo fare quando gioco davanti alla difesa, come perdere palla ad esempio. Perdere il minor numero di palloni possibile è la cosa più importante per giocare davanti alla difesa".

Su possibilità di adattarsi a fare altri ruoli oltre quello di regista: "Penso che quando vengo chiamato in Nazionale non sono il migliore. Davanti a me ho grandi campioni che hanno vinto tutto. Quando ci sono Pirlo e De Rossi davanti è normale che giochino loro. Io darò sempre la mia disponibilità. Non è detto che io debba giocare sempre, mi devo guadagnare il posto. Un giovane deve dare ancora di più perché è normale che un ct si affidi alle garanzie prima dei giovani. Io ci proverò e non farò una tragedia se non giocherò quando tornerà Pirlo. Se giocherò con Pirlo sarà una scelta del mister. Per un allenatore è bello avere tanti giocatori forti, la concorrenza aiuta a vincere trofei".

Sull'essere simbolo del cambio generazionale in azzurro: "Penso che non sia solo il caso dell'Italia. Anche a Parigi non ci sono tanti francesi. Il calcio è diventato una cosa internazionale, gioca chi merita. Essere il simbolo del ricambio generazionale sarebbe bello. Penso che un giovane debba dimostrare che un allenatore possa avere fiducia in lui. Molte volte non vengono concesse tante opportunità. Forse è questa la differenza dagli altri paesi".