Di Biagio: "Grazie Conte: lavorerò per te"

12.07.2015 17:10 di Alessandro Paoli Twitter:    vedi letture
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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Luigi Di Biagio, CT dell'Italia Under 21, ha rilasciato la seguente intervista sulle colonne de La Gazzetta dello Sport uscita quest'oggi in edicola.

Invece, Di Biagio?
"Invece resto CT dell'Under 21 a prescindere da quel risultato. E a prescindere da come fosse finito l'Europeo, questo contratto avrei potuto firmarlo anche prima di andare in Repubblica Ceca. Ma non sarebbe stato giusto: per me era più importante capire, dopo l'Europeo, se c'erano le condizioni per andare avanti con l'Under 21".

Ovvero anche capire se era pronto per pensare ad un club?
"Quello non devo capirlo: credo di esserlo. Ma ho comunque detto 'No, grazie' a due o tre club di B che mi hanno contattato".

Cosa l'ha convinta? Prima a non dimettersi e poi a decidere di continuare?
"Dimettermi da cosa, con il contratto in scadenza? E poi sapevo come ho lavorato, cosa ho costruito e oggi so l'idea che ho in testa: una nuova sfida con un nuovo gruppo, per provare a giocare un altro Europeo. Veder crescere altri giovani e potergli dire un giorno, come ho fatto nello spogliatoio dopo la partita con l'Inghilterra, 'Spero di avervi dato qualcosa' ".

E cosa pensa abbia convinto Conte a confermarla?
"Credo gli sia piaciuto il fatto che per un anno e mezzo mi sono dovuto affidare alle mie conoscenze e intuizioni più che a quanto potevo vedere la domenica. Che i club si trovavano a dire 'Ma allora abbiamo un buon giocatore' perché quel giocatore l'avevo convocato io, non il contrario. Ma soprattutto, il nostro più grande punto di contatto è aver sempre detto alle nostre squadre: 'Se si gioca bene si vince'. E ne resto convinto pur essendo uscito dall'Europeo, dopo aver giocato molto bene due partite e mezzo su tre. E l'unico modo per far crescere i ragazzi anche a livello internazionale. Anche se ribadisco che avrei potuto fare ancora di più".

Ad esempio andare avanti con il suo 4-4-2 invece che virare sul 4-3-3 negli ultimi venti giorni?
"Con il 4-3-3 abbiamo 'ammazzato' il Portogallo, con il 4-4-2 ero sicuro di mettere in difficoltà l'Inghilterra: la squadra era pronta a giocare con entrambi i sistemi era pronta a giocare con entrambi i sistemi e non mi sembrava così male".

Ad esempio portare all'Europeo uno o due fra Verratti, El Shaarawy, De Sciglio o Perin, come aveva ipotizzato a marzo?
"Non lo feci a ottobre 2013 - quando in Belgio ci giocavamo già tutto, Prandelli mi disse 'Prendi chi vuoi' e io vinsi con i miei - non l'ho fatto a inizio giugno e non rinnego nulla: non ero un fenomeno allora, non credo di aver sbagliato un mese e mezzo fa. All'Europeo mi aveva portato quel gruppo e per me, anche se nel non esiste, la riconoscenza è la base di ogni successo. Se fra qualche mese dovessero servirmi Berardi o Rugani li prenderei, ma perché sono stati nel nostro gruppo: quei quattro non c'erano mai stati".

E cosa avrebbe potutto fare di più e meglio, allora?
"Nell'intervallo della partita con la Svezia mi sono incazzato di brutto, anche se non lo faccio mai: ho urlato che partite così andavano ammazzate. L'avevo urlato anche prima, in campo, ma senza riuscire a farmi ascoltare: colpa mia".

Quante volte, dopo aver visto il trionfo della Svezia, ha ripensato: potevamo vincere noi?
"Io lo pensavo un anno fa, quando con la Serbia perdevamo 2-0, mi sono voltato verso la panchina dove vedevo solo gente sconsolata e ho detto a tutti: 'Poi però, quando segneremo il 3-2, non venite da me a esultare'. Lo pensavo a gennaio, quando contavo gli infortunati, i miei giocano pochissimo e vedevo le altre squadre crescere. Figuriamoci se non lo pensavo a Olomouc, quando sentivo che la squadra mi cresceva in mano".

Cataldi, Mauri, Benassi, Mandragore: è il prossimo centrocampo che allenerà. Non male per un ex centrocampista, no?
"Mettiamoci anche Verre, sperando che Mauri possa avere i requisiti UEFA per essere convocato. Una grande base su cui lavorare in mezzo al campo, ma teoricamente anche in difesa, con Rugani e Romagnoli. Però io spero di non vederli più nell'Under 21: per me sono già pronti per la Nazionale, assiemo ad altri tre-quattro".

Tipo?
"Già adesso Zappacosta, Sturaro, Berardi. E dico anche Crisetig, Cataldi e Belotti, se faranno il salto di qualità. Io lo so che non andare all'Olimpiade è stata una perdita per lo sport italiano, com'è stato un grande dolore per me, e so anche che a Malagò non farà piacere leggerlo: ma il nostro primo, vero progetto è preparare i ragazzi per la Nazionale. E quando qualche giorno fa ho detto che bisogna avere visioni più ampie sul calcio giovanile, non volevo rispondere solo alle accuse di Zamparini, era un messaggio per tutti: la crescita dei ragazzi èpiù importante anche dei risultati".

Nell'ultimo campionato i ragazzi avevano giocato un po' di più, però...
"Alt: è vero, ma solo negli ultimi tre mesi. A marzo in Europa eravamo decimi per minutaggio dei ragazzi nei campionati nazionali di prima divisione e undicesimi (zero minuti in Champions, Sturaro doveva andare a giocare con la Juve) per utilizzo nelle competizioni internazionali per club".

Era per dire che con i nostri club di nuovo scatenati sul mercato europeo, il rischio è che sia un campionato ancora più penalizzante per i ragazzi.
"Il rischio è molto concreto. Ma la mappatura della prossima Under 21 è già chiara: dovremo andare oltre, scegliendo fra i giocatori che conosciamo già, a prescindere da quanto giocano".

Ma chi lo vince questo campionato?
"Credo sarà una corsa a quattro o cinque. La speranza del cuore è Inter o Roma, lasciando stare il cuore sarei tentato di dire Inter".

Addirittura?
"La funzionalità dei giocatori è quasi tutto, l'anno scorso ad un certo punto il più importante era Brozović. L'Inter ha già grandi individualità, ora dipenderà da quanto i due attacanti in arrivo saranno funzionali per il gioco di Mancini".

Ma la Juve?
"Così com'è si è indebolita, sono curioso di vederla senza Pirlo e Tévez, sempre decisivi nei momenti delicati. Però il mercato è ancora lungo...".

È quello che sperano i tifosi della Roma.
"A centrocampo è messa benissimo, ma le servono almeno due attaccanti. E io Romagnoli non lo venderei mai".

Invece il Milan insiste per averlo.
"Non deve sbagliare il difensore e Romagnoli è pronto per essere il difensore giusto per Mihajlović. Ma per ora la scossa di Sinisa non può bastare, per me il Milan è ancora un'incognita".

Anche il Napoli?
"Sarri mi intriga: è un grande allenatore e sono sicuro che troverà i meccanismi giusti per proporre comunque un calcio offensivo".

La nostra ferita del calcioscommesse guarirà mai?
"In Germania, quando ha sbagliato, Hoeneß ha confessato dopo un secondo: in Italia si ammette di aver sbagliato solo quando ci si trova accerchiati, senza più mezza alternativa. Spero che almeno stavolta, dopo questi cento rinvii a giudizio, non venga fuori di nuovo che in Italia sono quasi tutti innocenti".