CONFERENZA STAMPA - Conte: "Tutti gli allenatori del Mondo vorrebbero essere al mio posto". Tavecchio: "Conte è il miglior allenatore d'Europa"

19.08.2014 11:25 di  Alessandro Paoli  Twitter:    vedi letture
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Hotel Parco dei Principi, Roma - Tra poco è atteso in conferenza stampa il nuovo CT azzurro Antonio Conte.

Ore 11:41 - Arriva il CT Antonio Conte accompagnato dal presidente federale Carlo Tavecchio.

Tavecchio: "Vi ringrazio di essere tutti qui. Firmiamo subito il contratto, così ci leviamo subito il pensiero".

Ore 11:44 - Conte firma il biennale con la FIGC davanti alla stampa.

Tavecchio: "Ringrazio tutti per essere qui e firmiamo subito il contratto di fronte alla stampa". Conte prende la penna e sigla il contratto come nuovo ct della Nazionale italiana. "Il matrimonio è fatto. Il primo contatto è stato con una questione ancora tutta da valutare. La seconda e terza telefonata hanno portato a questo giorno. Conte è uno dei tecnici più importanti ed è una scelta importante per il nostro movimento calcistico. Non si poteva non scegliere un'eccellenza per riemergere dalla difficile trasferta in Brasile. Resto dell'avviso che serva un comandante, un condottiero. Serve dare il bastone del comando ad un condottiero che senta il brivido lungo la schiena quando suona il nostro inno. Ci sono state delle polemiche in questi giorni legate alla nostra scelta, ma ci sono altre major più importanti di quella con i nostri sponsor. Così la FIGC si è assunta l'intera responsabilità dell'accordo, ovviamente assieme ai nostri sponsor. Il compenso per il miglior tecnico in Europa verrà compensato dai nostri sponsor e la FIGC detiene il 100% dei diritto d'immagine di Conte. Abbiamo già delle richieste per Conte con la maglia azzurra. Il 'made in Italy' è una cosa importantissima. Abbiamo dato le 'chiavi in mano' a Conte. Ovviamente con PUMA avremo una corsia preferenziale, perché gli affari non si fanno mai da soli. Questo era un treno importante, che passa una volta sola. Sia per noi che per lui. È stata una convergenza importante. Sono felice di aver insistito per Antonio Conte. Il nuovo contratto unisce le necessità tecniche a quelle economiche. I leader non si prendono a basso costo. Avevamo la necessità di prendere il miglior tecnico a disposizione, coniugando la federazione con altre situazioni. Una sinergia che si sta creando. Il passato di illeciti di Conte? Ho assoluta fiducia in Antonio Conte, questo è quello che conta. Conte è un investimento per noi come Federazione. In questo modo il nostro brand è stato elevato grazie ad una persona con grande appeal a livello internazionale. Conte è un tecnico italiano, il primo meridionale ad arrivare alla carica di CT, è questo è un valore aggiunto per noi. Questo è un investimento per dare una spinta, un segnale, al paese. Diamo un'immagine importante che si accosta a quella della FIGC. Tutti dobbiamo credere e sperare che avremo i risultati che tutti c'invidiano. Non c'era altra via se non quella di questo shock positivo".

Conte: "Non posso non dire di non essere emozionato. Penso che oggi al mio posto vorrebbero esserci tutti gli allenatori di questo Mondo a rappresentare l'Italia che, non dimentichiamo, è, insieme al Brasile, tra le nazionali più importanti al Mondo. Abbiamo quattro stelle, abbiamo vinto quattro Mondiali, e già questo sta a giustificare la mia emozione di essere l'allenatore di questa squadra. Orgoglioso del fatto che il presidente abbia pensato a me. Grande orgoglio e... niente! Sono molto contento. Colgo anche l'occasione per salutare Cesare, Cesare Prandelli, che è stato CT per quattro anni compiendo un ottimo lavoro, quindi anche a lui va da parte mia un grandissimo 'in bocca a lupo' per la nuova avventura che andrà ad affrontare con il Galatasaray. Così come mi preme anche ringraziare Arrigo Sacchi per il lavoro svolto in questi anni per la nostra 'cantera', per il nostro Settore Giovanile, dicendo sempre che per Arrigo Sacchi, quando vorrà, le porte della Nazionale, finché ci sono io, saranno sempre aperte".

Sull'addio alla Juventus: "Sinceramente non pensavo di rientrare in pista dopo trentacinque giorni. Ve lo dico sinceramente anche perché nella mia testa, nel mio pensiero c'era quello di aggiornarmi e fare un aggiornamento tecnico-tattico in giro per l'Europa, cercare di migliorare le lingue ed aspettare l'arrivo eventualmente durante l'anno o a fine stagione di un top club europeo. È arrivata la telefonata da parte del presidente di un top top club perché l'Italia rappresenta il top di un top club e, facendo le dovute riflessioni, capendo l'entusiasmo, la voglia di fare del presidente, poi sapete benissimo che a me le sfide piacciono, non hanno mai fatto paura, mi hanno sempre esaltato, mi hanno sempre intrigato. Se la prima telefonata è stata interlocutoria, già alla seconda il presidente aveva capito che comunque aveva fatto breccia nel mio cuore. Da parte mia c'era grande voglia, grande disponibilità. Anche perché, ripeto, sono nel posto dove vorrebbero essere tutti gli allenatori del Mondo. Io ho questo privilegio e sono davvero molto molto contento".

Sulle sue motivazioni: "Mi piacciono molto le sfide ardue. Come quando iniziai la mia esperienza in Serie A con la Juventus, tre anni fa, che dovevamo ricostruire anche qui dobbiamo risollevarci da una situazione negativa post-Mondiale".

Su Giuseppe Rossi: "Giuseppe Rossi è un patrimonio calcistico, un calciatore importante. Mi auguro che possa risolvere definitivamente i suoi problemi fisici, prima per il suo club (ACF Fiorentina, ndr) poi per la Nazionale. Tutti i calciatori italiani possono ricevere da me la convocazione ma bisogna meritarla. Sono un allenatore che guarda tutto a 360°. Tra un buon calciatore-grande uomo ed un grande calciatore-uomo mediocre scelgo sempre il primo. Durante la mia carriera da calciatore ho imparato che nei momenti di difficoltà solo gli uomini ti aiutano a superare le difficoltà".

Nuovamente sull'addio alla Juventus: "In questi trentacinque giorni non ho letto molto, ma molto poco. Sono state fatte tante supposizioni sul mio addio alla Juventus. In maniera molto semplice dico che, dopo tre anni dove abbiamo fatto un percorso molto bello e vincente, il rapporto tra me e la società è arrivato ad un logico capolinea. Abbiamo provato a risanare il rapporto in quel mese ma ci siamo resi conto che non andava, quindi, di comune accordo, ci siamo salutati".

Sulle sue ambizioni: "La vittoria è una dolce condanna. Io vivo per la vittoria, per ricercare la vittoria. La differenza tra vincere e perdere è come la differenza tra vivere e morire. Quando perdo c'è una morte apparente a casa mia per due/tre giorni dopo la partita. In Nazionale cercherò di portare questa mia mentalità. Lavoreremo affiché la vittoria diventi una dolce condanna anche per la Nazionale".

Sul suo ruolo di CT: "Personalmente preferisco la definizione di allenato piuttosto che di CT, allenatore di tutto il popolo italiano perché è questo che la Nazionale rappresenta. Sono davvero orgoglioso di farlo e nella mia testa c'è solo un colore predominante: l'Azzurro".

In merito al possibile conflitto di interessi con la PUMA: "Questa situazione è già esistente con molto calciatori e con alcuni allenatori. Sottolineo le parole del presidente: 'abbiamo preso un allenatore vincente a costi ragionevoli'. Per venire incontro alla Nazionale ho ceduto i miei diritti di immagine, che prima gestivo privatamente, cosa che non mai fatto in precedenza".

Sul rapporto con i club: "La mia intenzione è quella di essere un po' un CT che si rapporta con tutti i club e con tutti gli allenatori. Avere con loro un rapporto costante ed intenso. Se vogliamo crescere è giusto che l'allenatore della Nazionale vada un po' incontro agli allenatori dei club chiedendo che fanno a livello di preparazione atletica, come stanno, di volta in volta, i calciatori che intendo convocare, etc. La mia impellenza è quella di far diventare la Nazionale una squadra con la S maiuscola. Solo così possiamo colmare il gap con le altre nazionali".

Sul contratto: "Ho fatto dei grossi passi in avanti nei confronti della Federazione per essere qui oggi. La polemica riguardo la formula del mio contratto non m'interessa. La mia storia mi insegna che ho sempre risposto con i fatti a certe critiche e a certe polemiche sul mio conto".

Sul blocco Juve: "Il selezionatore, avendo poco tempo a disposizione, si affida storicamente ad un blocco perché non si ha il tempo di allenare la squadra. Nella Spagna penso ai blocchi del Barcellona o del Real Madrid, in Germania penso al blocco del Bayern Monaco. Naturalmente punterò sul blocco Juventus perché dovrò ottimizzare i tempi a mia disposizione, se prima avevo trenta giorni per allenare la mia squadra, adesso ne ho dieci, quindi è inevitabile affidarsi a certezze".

Sulla squalifica inflittagli dalla FIGC per il Calcio Scommesse: "Non ho assolutamente cambiato idea in merito a quella squalifica, che ho reputato e reputo ingiusta, ma che la Federazione ha voluto infiliggermi e farmi scontare. Sono stati quattro mesi che ho trascorso con grande dolore insieme alla mia famiglia ma mi sono serviti per crescere. È un percorso che alla fine mi ha portato qui".

Riguardo il conteggio degli Scudetti juventini: "Riguardo gli Scudetti, ricordo con piacere i miei: cinque da calciatore e tre da allenatori, che in totale sono otto".

Riguardo all'eventuale nfluenza della PUMA sulle convocazioni: "Mi dispiace che venga tirato fuori questo argomento. Chi conosce Antonio Conte sa che niente e nessuno mai potrà impormi qualcosa, quindi nemmeno gli sponsor della Nazionale".

Su cosa vuole riportare in Nazionale: "Ribadisco che il lavoro svolto da Cesare Prandelli in Nazionale è stato importante. L'Italia dell'Europeo del 2012 è un esempio da seguire. Una cosa che voglio riportare in Nazionale è quell'ansia positiva, quello stato di fibrillazione, che dopo le partite precede la comunicazione se si è stati convocati o meno in azzurro. Qui non c'è niente di scontato per nessuno. Tutti mi devono dimostrare di voler vestire la maglia azzurra perché la Nazionale va meritata. Inoltre vorrei riuscire a dare un'impronta di squadra, che penso sia fondamentale per tutto il nostro movimento anche per colmare il gap con le altre nazionali. Stiamo lavorando in tal senso. Spero che il Settore Giovanile possa crescere e diventare una fonte importante per la Nazionale A. Infine, voglio essere vicino agli allenatori dei club anche nelle problematiche".

Sugli stage: "Cercheremo di trovare una quadra affinché siano possibili. Magari ne faremo alcuni con i calciatori non impegnati nelle coppe europee, magari ne faremo altri con quelli che le fanno... una soluzione si troverà per lavorare un tantino di più. Così ci risolleveremo presto".

Sulle sue scelte tecniche: "Mi fido unicamente dei miei occhi e degli occhi dei miei collaboratori. Non darò retta ad alcun sponsor, giornale o altro".

Sul codice etico: "Non voglio parlare di codice etico. La parola codice mi rievoca avvocati. Deciderò in base alla mia sensibilità, alla mia moralità e prenderò delle decisioni".

"Non voglio parlare di codice. In base alla mia testa, alla mia moralità, prenderò delle decisioni".

Sulla Norvegia: "Con il mio staff abbiamo iniziato a studiare la Norvegia. La stiamo studiando sulla base di quello che hanno fatto in precedenza. Io ed i miei collaboratori siamo già sul pezzo ma pensiamo prima all'Olanda poi alla Norvegia. Sono abituato ad affrontare una partita per volta".

Su come impronterà la squadra: "Oggi la cosa più importante in assoluto è dare certezze alla squadra. Ho in mente di ripercorrere un po' ciò che ho fatto nella Juventus. Voglio ripartire da certezze perché ho pochissimo tempo al momento per lavorare".

Sui giovani: "O giovani di 16 anni o vecchi di 36 non importa. L'importante è che facciamo ciò che gli chiedo in campo".

Sul preparatore dei portieri: "Valuteremo la figura del preparatore dei portieri con la Federazione in questi giorni".

Su Andrea Pirlo: "Su Andrea iniziamo sicuramente a dire che Andrea è un campione ed è stato per me un grandissimo punto di riferimento. Anche lui è tra i giocatori convocabili, è un calciatore italiano, quindi è convocabile. È inevitabile che, viste le dichiarazioni di Andrea post-Mondiale, io debba parlare con lui perché voglio che lui mi dica cosa sente e voglio che anche lui senta quello che ho da dirgli. Ecco... Quindi, in maniera molto tranquilla e molto serena".

"Riuscire a dare un'impronta di squadra penso che sia fondamentale per tutto il movimento riusciamo a colmare il gap tencico. Stiamo lavorando nel Settore Giovanile e spero che possa crescere e diventare importante per la Nazionale A. Voglio essere vicino agli allenatori di club anche nei problemi. Per quanto riguarda gli stage, cercheremo di trovare una quadra per lavorare un po' di più. Ci risolleveremo presto".

Sullo spirito che dovrà avere l'Italia: "Vorrei vedere lo spirito che ha contraddistinto tutte le mie squadre: dall'Arezzo al Bari, dall'Atalanta alla Juventus. Lavorerò insieme al mio staff affinché questo avvenga. Si lavorerà tanto perché da parte mia c'è davvero tanta voglia. Questo mi lascia tranquillo e sereno in un momento non semplice per il calcio italiano. A me piaciono le sfide. Quello che ho sentito dire in questi giorni non mi fa effetto. Il presidente ed il suo staff mi hanno dato tanto entusiasmo. C'è unità d'intenti per arrivare lontano. Io dò tutto me stesso alla causa, ma pretendo, di contro, altrettanto dai miei calciatori".

Sul team manager azzurro: "Sinceramente in panchina c'è già tanta gente che mi affianca per fare le scelte, ci vorrebbe un'altra panchina (ride, ndr). Ieri mi sono visto con il presidente ed abbiamo concordato che il team manager sarà una figura importante e carismatica ma non sarò io ad annunciarlo".

Di nuovo sul contratto: "Ho accettato i parametri del mio predecessore (Cesare Prandelli, ndr), il mio stipendio rientra nei parametri economici della Federazione. Poi se Antonio Conte ha un'immagine che, per via delle vittorie, vale uno o dieci è giusto che la Federazione l'abbia sfruttato per integrare il mio compenso in maniera giusta".