FIGC - Zarelli (Presidente CR Lazio): "Tavecchio è l'uomo giusto. Seguiamo gli esempi di Francia e Germania"
Melchiorre Zarelli, presidente del CR Lazio, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di GazzettaRegionale.it. Di seguito i passaggi inerenti alla candidatura di Carlo Tavecchio, presidente della LND (Lega Nazionale Dilettanti), alla presidenza della FIGC:
Presidente, partiamo dalle elezioni FIGC: Carlo Tavecchio è l'uomo giusto per rilanciare il calcio italiano?
“Assolutamente, è l'uomo giusto. Tavecchio può dare una svolta importante, ha dimostrato di saper gestire tante sfaccettature e criticità, oltre a manifestare una grande lungimiranza e la capacità di sapersi proiettare in altre dimensioni”.
Quali dimensioni?
“Basti pensare al suo impegno con la UEFA, dove è riuscito ad inserirsi con credibilità sviluppando le attività internazionali giovanili. Inoltre è un dirigente che riesce a districarsi con dimestichezza anche davanti a necessità improvvise ed impellenti”.
E il nostro calcio si trova proprio in questa situazione...
“Abbiamo un ritardo, dobbiamo risanarlo e in fretta. Gli esempi sono Germania e Francia, che in queste ultime stagioni hanno compiuto passi da gigante raccogliendo il frutto di un fantastico lavoro sui vivai, insegnandoci che per certi obiettivi serve pazienza. Carlo Tavecchio è la persona ideale per affondare il bisturi nella piaga e sanare questa situazione”.
Alcune fazioni non sembrano pensarlacome lei, chiedendo volti giovani e strettamente legati al calcio giocato.
“Permettemi, sono una persona che appoggia i giovani in tutto e per tutto, ma fare il presidente della FIGC non è semplice. La nostra è una federazione complessa e deve essere gestita da chi sa navigare in questa complessità. Se non sbaglio nel recente passato ci abbiamo provato, ma i risultati non sono stati quelli auspicati”.
A quale occasione si riferisce?
“Dopo la débâcle del Sudafrica idiscorsi erano gli stessi: sono stati invocati uomini più vicini al campo. La FIGC ne ha scelti due, ma non voglio fare nomi: uno se ne è andato da solo, senza una spiegazione valida. L'altro salta da una parte all'altra senza creare mai nulla di interessante. Quello dichiarato da alcuni presidenti di Serie A è relativo. Servono altri requisiti oltre ad aver giocato”.
Quali?
“Conoscenze amministrative, integrazione degli stranieri senza danneggiare la tutela dei nostri talenti e dei nostri vivai, la giustizia sportiva. Per avere tali conoscenze e governare una materia particolare come il calcio serve un percorso da dirigente”.
Quindi largo a Tavecchio.
“Mi sembra giusto dare la possibilità a chi ha saputo gestire i dilettanti, fare emergere il movimento, portare tanti ragazzi nei professionisti e tutelato il prodotto italiano. Dobbiamo ripartire da esempi come Fiorentina, Juventus e Roma che puntano molto sul made in Italy e che purtroppo sono solo eccezioni. Con tutto il rispetto penso sia ora di mettere un tetto agli stranieri, rabbrividisco pensando che un presidente di un club del sud continua a sbandierare che sarebbe il caso di aprire addirittura agli extracomunitari. Poi ci lamentiamo della Nazionale”.