Nicolato: «La Spagna è come andare all'Università»

Il CT dell'Italia Under 21 ha parlato durante la conferenza stampa odierna svoltasi presso lo Stadion Ljudski vrt di Maribor
26.03.2021 16:30 di  Alessandro Paoli  Twitter:    vedi letture
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Paolo Nicolato, Commissario Tecnico dell'Italia Under 21, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni durante la conferenza stampa svoltasi quest'oggi, venerdì 26 marzo, alle ore 14:00 alla vigilia dell'incontro Spagna U21 vs Italia U21, valevole per la 2ª giornata del Gruppo B della fase a gironi della fase finale della UEFA European Under-21 Championship Hungary-Slovenia 2021 in programma domani, sabato 27 marzo, alle ore 21:00 presso lo Stadion Ljudski vrt di Maribor (Slovenia):

«Le difficoltà, ormai, sono all'ordine del giorno - dichiara il CT azzurro -. Qui, forse, ne stiamo avendo un po' più del solito ma non dobbiamo fermarci a pensarci troppo. Cerchiamo di andare avanti e pensiamo a fare del nostro meglio, come è nella nostra filosofia».

Sul modulo e sulla possibile formazione titolare: «La formazione la decideremo domani mattina. L'unica cosa certa è che faremo dei cambi perché, nella mia rosa, ci molti giocatori che giocano pochissimo o con scarsa continuità nei club. Per quanto riguarda il sistema di gioco e gli interpreti vedremo».

Sulle assenze a centrocampo: «Non sono scelte obbligate ma sono molto "strette". Siamo in pochi e, dopo la partita con la Repubblica Ceca (Repubblica Ceca U21 vs Italia U21 1-1, 24 marzo 2021), siamo ancora di meno. In generale, non abbiamo moltissime scelte in generale. Probabilmente solo in attacco siamo rimasti più o meno con quelli con cui siamo partiti».

Sull'atteggiamento degli Azzurrini nel pareggio 1-1 contro la Repubblica Ceca nella giornata: «Non mi soffermo mai sul risultato perché penso che chi si soffermi sul risultato, alla fine, non riesca ad ottenerlo. Questo è stato il nostro problema in quei venti minuti perché abbiamo iniziato a pensare al risultato e non va bene. Dobbiamo cercare di essere propositivi facendo le nostre cose attaccando e rischiando. Il risultato deve scaturire da un determinato tipo di atteggiamento».

Sulla Spagna: «Abbiamo visionato dieci partite della Spagna, non solamente quella di due giorni fa (Slovenia U21 vs Spagna U21 0-3, ndr). Ci aspettiamo di andare "all'Università" e spero di andarci con delle "matricole" spensierate. Mi piace che le mie squadre non abbiano paura di nessuno e che non abbiano paura di giocare. Se poi, sul campo, saremo inferiori, gli stringeremo la mano ma voglio che la mia squadra sia spensierata. Voglio che i miei ragazzi pensino di più a mostrare le loro qualità che al risultato, come dicevo prima. Mi è piaciuto l'80% della partita precedente mentre il restante 20% non mi piaciuto, come non è piaciuto a nessuno. L'atteggiamento del "non rischiare" ci ha portato a subire gol nella maniera in cui l'abbiamo subito (autorete di Giulio Maggiore dello Spezia Calcio, ndr)».

Sulla preparazione della partite contro le Furie Rosse: «La preparazione della partita, rispetto a due giorni fa, cambia parecchio. Dovremo avere la solidità mentale di accettare l'efficacia del loro palleggio e dimostrare che sappiamo giocare a calcio anche noi. Siamo davanti ad una squadra che, nelle ultime cinque edizioni della manifestazione, ha fatto quattro finali (2011, 2013, 2017 e 2019, ndr) e tre le ha vinte (2011, 2013 e 2019, ndr). Se ci facciamo spaventare, però, non possiamo fare questo mestiere».

Sul confronto tra Italia e Spagna a livello di Under 21: «Le loro vittorie sono più recenti delle nostre. La loro è una scuola alla quale dobbiamo guardare perché non stanno solamente dando dei risultati in termini numerici, che potrebbero anche essere estemporanei, ma sta producendo anche un bel numero di calciatori qualitativi. Dobbiamo avere l'umiltà e la consapevolezza di vedere se c'è qualcosa che possiamo imparare anche dagli altri».

Sul fatto se invidi qualcosa o meno alla Spagna: «Non invidio nulla di particolare alla Spagna se non il fatto che stanno producendo un elevato numero di calciatori. Questa è una cosa che servirebbe anche a noi. Mi piacerebbe che, anche in Italia, fosse data la possibilità di giocare ai giovani come stanno facendo loro. Hanno una filosofia ed una scuola diverse dalle nostre ma sono coerenti nel seguirle. Oggi raccolgono i frutti di questa loro coerenza mentre noi, in Italia, non riusciamo ad averla sempre finendo ad avere delle situazioni un po' disomogenee».

Sui singoli: «Mi piacciono moltissimi loro calciatori, specie nel reparto offensivo. Se devo fare due nomi: Abel Ruiz (SC Braga, ndr) e Riqui Puig (FC Barcelona, ndr)».